Il 15 aprile 1977 era un venerdi, esattamente come oggi a distanza di trentanove anni. Nascere di venerdi dona fascino, bellezza ed un’ attitudine innata per le arti, la creatività e la musica. E non a caso è il giorno in cui è nato Leonardo da Vinci. Ma il 39 secondo la smorfia napoletana significa “l’antenna” e cio ci suggerisce come sia vero l’aforisma di Agatha Christie che diceva “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Insomma non vi era giorno migliore per nascere per una radio e Radio Costiera Amalfitana “Divina fm” c’è riuscita.
Ma ad un anno esatto dal quarantesimo dalla sua fondazione va riconosciuta, con semplice obiettività, alla società editrice e all’amministratore Nicola Acampora capacità fuori dal comune, essendo riusciti a resistere alla “selezione naturale” che ha comportato una decimazione, in ambito nazionale, con un taglio da cinquemila a meno delle millecinquecento aziende radiofoniche attualmente ancora in etere. Operare in condizioni cosi proibitive equivale a nuotare con una mano legata alla schiena, ma non è tutto.
Fare impresa, perchè è di questo che si tratta, in un’ambito territoriale affetto da un’ economia quasi “autistica” a favore del turismo e del suo indotto ha fatto si che si nuotasse con entrambi le mani legate ed il perchè è presto detto. Di prassi, la radio del territorio vive di acquisti di spazi pubblicitari da parte di aziende ed imprese del suo ambito di riferimento e di convenzioni di servizi con gli enti pubblici territoriali, esattamente come avviene in ogni altra parte del mondo…ma non in costiera amalfitana.
Purtroppo il fattore umano che accomuna aziende ed istituzioni del territorio è esasperatamente concentrato su se stesso, rendendolo insuperabile in cio che fa ed eccellente in quello che dovrebbe far fare agli altri che avrebbero addirittura l’ardire di voler semplicemente fare il proprio lavoro. Tutto questo discrimina e mortifica ulteriormente la dignità d’impresa di chi, già penalizzato dal non poter godere del flusso economico degli ” stranieri”, non meriterebbe neanche, per partito preso, l’ acquisto dei servizi prodotti dalla propria azienda. La pubblicità serve per farsi conoscere, farsi ricordare ma anche per dedurre e detrarre, ma questo concetto per il tessuto economico della costiera amalfitana è lontano…anzi alieno.
Ma se è vero che la speranza è l’ultima a morire, vi invitiamo a guardare il video ed a seguire l’hashtag #menouno a cui affidiamo, fiduciosi, l’auspicio di farvi riappropriare ed identificare nella radio del nostro territorio e che parla di NOI.
Guarda il video 1977 – 2016 il 39° anniversario Radio Divina fm